I Ricordi come congiunzione tra passato e presente – dal film “Midnight in Paris”

di Paolo Cavaleri

CINETICA – Sai quale sarebbe una gran cosa?
Vivere ogni giorno con entusiasmo e passione. Queste sono emozioni ricorrenti:
spesso esistono fra ciò che era e ciò che è stato, tra ciò che mai più sarà e quasi mai tornerà;
queste emozioni le rivedrai negli specchi del tempo, nei sogni, parole e immagini che sono tuoi perché hai quel trasporto del desiderio che si nutre del vissuto.
Non sarebbe bello ricordare per migliorare e fermarsi per procedere nella sicurezza di un domani?
Fermati, e adesso immagina di vivere un passato o un contesto a te caro, perché questa storia ha dei protagonisti che in fondo sono eguali a noi, stessi problemi, stesse aspettative, stesse prospettive, serve solo un diverso atteggiamento nei confronti del passato, e dei suoi accenti che ne colorano il tempo:
i Ricordi.

Midnight In Paris – 2011

Quello che per una generazione era prosaico e addirittura volgare, col semplice passare degli anni si era tramutato in qualcos’altro che era allo stesso tempo magico e vintage


Gil è uno sceneggiatore americano in soggiorno a Parigi con la fidanzata Inez per organizzare il matrimonio.
Innamorato della sua fidanzata quasi quanto i suoi sogni, è affascinato dalla poetica di questa romantica città, per questo, i suoceri avvertono una sua distrazione troppo marcata per organizzare al meglio le nozze.
Qui, i due novelli sposi, incontrano una coppia coetanea: Carol e Paul.
Quest’ultimo è una vecchia conoscenza di Inez, ed esercitando un ascendente su di lei vorrebbe leggere l’ultimo lavoro del futuro marito.
Gil, che in vero è un aspirante scrittore e appassionato di arte e letteratura, è indispettito dal fatto che Paul faccia loro da guida turistica per la capitale, quindi, non sopportando la sua compagnia da pseudo intellettuale, una sera si allontana dal gruppo.
Così, dopo aver visitato opere, sculture, e aver degustato vini francesi, accade l’impensabile:
cammina fino a sedersi su dei gradini, e al rintocco della mezzanotte, arrivano dei giovani su un’ insolita e bellissima macchina d’epoca che lo invitano a salire.

A spasso negli anni ‘20

Portato ad una festa, non realizza immediatamente dove si trova, percepisce solamente un’atmosfera antica, elegante e gioiosa. Ascoltando al piano un giovane che suona le musiche di Cole Porter è avvicinato da due scrittori che si presentano come Scott e Zelda Fitzgerald. Questi affermano di essere a un ritrovo per Jean Cocteau e, poco dopo, Gil si lascia portare in macchina per andare a bere in un altro locale.
Qui conosce uno dei suoi idoli letterari di sempre: Ernest Hemingway, e proprio lui, sapendolo scrittore, gli organizzerà un incontro con Gertrude Stein, una delle più grandi intellettuali dell’epoca.
Gil non stando più nella pelle, esce per andare a prendere il suo romanzo, ma riguardando il locale da cui è uscito vede ora una lavanderia: realizzerà nel bel mezzo della notte di aver viaggiato nel tempo.

L’incontro con Adriana

La sera dopo convince Inez a seguirlo per portarla con sé, ma stufa andrà via mancando di poco la macchina d’epoca che riprende Gil. Hemingway lo introduce a Gertrude che qui discute con Picasso riguardo al soggetto della sua ultima opera: una giovane donna di nome Adriana che afferma di aver conosciuto Modigliani.

Mi sono innamorata di Parigi … e anche di un ebreo italiano dagli occhi neri che era un pittore tormentato

Questo singolare incontro comincerà a far capire a Gil che Adriana, come molti altri personaggi di spiccata sensibilità, ritengano che la vera epoca d’oro sia la Belle Époque di fine Ottocento a Parigi e non gli anni venti dove vivono.

Tra doveri del presente e desideri del passato

Intanto il padre di Inez, preoccupato per queste passeggiate notturne dove il genero dice di trovare l’ispirazione per scrivere, assume un detective per farlo seguire.
Tornato ancora indietro, Gil vivrà ancora una volta quelle atmosfere a lui sobillate dai libri e dagli aneddoti dei diari e biografie di questi personaggi, ma avendo dei dubbi sulle sue scelte, si farà trasportare dai sogni di Adriana capitando proprio nella Belle Époque di fine Ottocento.
Proprio come Gil da scrittore ha incontrato i suoi autori, Adriana parla coi suoi mentori:
Henri de Tolouse Lautrec, Gaugin e Degas.
Dove andranno? Torneranno indietro o si lasceranno trasportare altrove.


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Midnight in Paris è un film del 2011 per la regia di Woody Allen. Presenta un cast stellare con Owen Wilson, Rachel McAdams, Kathy Bates, Marion Cottilard, Carla Bruni, Michael Sheen, Adrien Brody e altri ancora.
Aggiudicandosi l’Oscar e un Golden Globe per la miglior sceneggiatura, ha altre candidature, riceve un plauso dalla critica cinematografica mondiale per essere considerato uno dei capolavori del regista.

Pellicola traboccante di poesia, allude in maniera velata a come molti di noi spesso, essendo dei romantici Don Chisciotte, possano errare fra i ricordi del passato con la convinzione di non poter vivere al meglio il presente.
Questo quello che afferma Inez di Gil davanti a Paul per spiegare il perché è attratto da una realtà che non c’è più:

-“ … quelli che vivono nel passato, quelli che credono che sarebbero più felici se vivessero in un’epoca lontana” – .

Gil desidera profondamente far parte di quella realtà letta nei romanzi dei suoi amati scrittori, o di vivere fra le note di Cole Porter e le visioni immaginarie di Bunuel e Dalì, per questo si distacca dalla sua vita al punto da sovrapporsi alle aspettative di questi idoli del secolo precedente.

Ma proprio quando non può più trascendere dalla sua linea temporale sarà rivelatore il pensiero riguardo al presente, qui nel confronto con Adriana quando capitano nella Belle Époque afferma:

– “Se mai volessi scrivere qualcosa di valido dovrei liberarmi delle mie illusioni, e l’idea che sarei più felice nel passato probabilmente è una di queste”- .

Buona Visione

Se i ricordi sono il piacevole intermezzo di quel che eravamo, potranno essere un ottimo input per ricostruire un possibile futuro, basta solo prenderne il meglio e adattarlo al contesto.

C’è un’ultima considerazione molto interessante che scuote i viaggiatori della storia:
quando incontrano i maestri di fine ottocento come Degas, viene affermato che la generazione di quel presente è senza immaginazione, ed è proprio qui, dalle facce stupite dei protagonisti che si nutrivano di quei ricordi che trapela il cattivo rapporto con il presente:

Questo è il tempo in cui viviamo, tutto si muove così velocemente, la vita è chiassosa e complicata ”.

Per tutti noi il presente è insoddisfacente perciò ci aggrappiamo ai ricordi, così era per le grandi menti del passato e per le persone comuni che hanno vissuto, e così sembra che sia sempre oggi.

Pensate se riuscissimo a viaggiare fra i ricordi e ricontestualizzarli al presente, pensate se potessimo toccarli senza esserne influenzati ma soprattutto se fossero rievocati solo per migliorare il futuro.

Vi lascio con il consiglio che Gertrude Stein dà al protagonista riguardo la sua vena artistico-immaginaria:

– “Compito dell’artista non è di soccombere alla disperazione ma di trovare un antidoto per la futilità dell’esistenza” – .

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